DEGUSTAZIONE DI VIN SANTO ALL’APERTURA DEI CARATELLI.

Partecipare all’apertura dei caratelli è come partecipare alla ricerca di un tesoro, ogni caratello è come uno scrigno di cui non si conosce il contenuto: quando viene tolto lo zipolo c’è la scoperta della ricchezza dentro.
La sorpresa di un prodotto messo lì tre anni prima come mosto d’uva e divenuto la gemma più brillante dell’enologia toscana, è sempre grande.
Il profumo del vin santo si sente subito nel bicchiere e nell’aria mentre il gusto, secco o dolce, viene gustato dal palato.
E’ proprio la volontà di rendere pubblica la sacralità di questo momento, una volta rituale dell’inverno contadino, che ha spinto dieci anni fa, Giuseppe Marini, a dare vita al primo “Vin Santo è !”.
Una manifestazione il cui successo di partecipazione e richiamo mediatico, edizione dopo edizione, non smette di sorprendere la famiglia Marini e i suoi collaboratori, preziosi compagni di quest’avventura nata quasi per gioco intorno ad un tavolino e diventata un evento fisso dell’azienda adagiata sulle prime colline fuori dall’abitato pistoiese.
Un evento che racchiude dentro di sé, la missione di Giuseppe Marini, vero cultore dell’enogastronomia come “scienza della felicità” come la definisce Carlo Petrini perché “sa mescolare il vecchio con il nuovo, le spiegazioni scientifiche con le credenze e la sacralità, il rispetto degli altri con l’amor proprio”.
Aprire i caratelli insieme a tanti amici ed appassionati che arrivano da diverse parti d’Italia per assaggiare il nuovo vin santo insieme al suo produttore, è davvero un’emozione unica